giovedì 1 dicembre 2011

27 Ottobre 2011

Come da programma, giovedì 27 ottobre 2011 ci ritroviamo alle 9,30 in piazza della chiesa ad Alto, con gli amici del CAI Loano non solo mare: siamo 54. 

Il sindaco ci dà il benvenuto e ci illustra i programmi attuati e quelli in via di realizzazione da parte della giunta e di tutta la cittadinanza: stanno operando per restaurare ed abbellire il paese, certi così di attirare turisti in cerca di valori storici, umani, naturalistici e, perché no, gastronomici. 

Il parroco ci guida nella visita al castello, dove scalinate ed archi creano giochi di luci ed ombre conferendo, anche grazie alla raffinatezza dell’arredamento, una suggestiva atmosfera di magia: sembra quasi di sentire i passi e le voci di coloro che per secoli hanno frequentato questi locali. Il castello è uno dei tanti edifici storici che presidiano la vallata ed uno dei pochi che sono in perfette condizioni, ma quanti sono quelli, chiese, ospitali, ponti, cappelle, strade acciottolate che stanno sempre più degradandosi? 

Grazie sindaco e.. grazie parroco! 
Grazie soprattutto perché il frutto del vostro lavoro c’è, si vede e si tocca con mano: Alto sta rifiorendo e il nostro augurio è che l’esempio si estenda a tutto il restante territorio. 

Dopo un caffè alla Trattoria del Castello si parte per l’escursione in vallata: questa volta le nostre guide sono Renato e Mirco. 

Il tratto di sentiero che s’innesta sull’antica via del sale che collega Alto al passo di Prale passando per Caprauna parte da dietro la chiesa e si presenta con un antico acciottolato in discesa (circa 100 metri di dislivello) e subito ci troviamo immersi in un bosco fitto e magico, con bellissimi colori dell’autunno accesi da un timido raggio di sole. 



Lungo il cammino, dopo la sosta presso un ponte medievale con adiacente antico mulino, troviamo ripari rocciosi e intravvediamo grotte che furono abitate dall’uomo preistorico. 

Ad un certo punto lasciamo la via del sale e scendiamo verso il torrente per vedere appunto una di questi antri: l’arma da Crosa. Le abbondanti piogge dei giorni scorsi rendono un po’ avventurosa la discesa, ma quando appare tra gli alberi l’antro maestoso, si leva un coro di meraviglia. 


Il torrente in piena non ci consente di attraversare e quindi restiamo ad osservare la caverna, mentre Mirco ci illustra le caratteristiche storiche\ naturalistiche del sito. 
Si fa tardi, dobbiamo risalire e mettere i piedi verso Caprauna: dietro una curva s’intravvedono le prime case. Facciamo tappa alla chiesetta della Madonna della Neve e visitiamo gli affreschi dell’interno poi attraversato il paese, ci aspetta una bella salita verso il rifugio Pian dell’Arma. 

Le sorprese non sono ancora finite: passati dietro la chiesa, dopo due o tre tornanti ci troviamo di fronte un sentiero acciottolato e delimitato da enormi lastroni di pietra: un fantastico sentiero megalitico, uno dei pochissimi rimasti in piedi! Da qui si gode di uno stupendo panorama sulle vallate di Albenga, ma l’ora si fa veramente tarda, sono quasi le 15, e la salita si fa tosta ma Mirco e Renato ci incitano a proseguire (a dir loro siamo quasi arrivati) e a tener duro ed hanno ragione perché dopo solo mezz’ora arriviamo tutti al rifugio. 

Abbiamo percorso 14 km con 800 metri di dislivello ma ne valeva la pena: finalmente ci aspetta un bel pranzetto abbondantemente annaffiato da ottimo Ormeasco. 
Per finire, foto di gruppo davanti al rifugio.

CIAO

foto e testo di Laura Dellavalle

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